“Il tempo della Serenissima” è il nome del progetto presentato per riqualificare la tradizione storica, culturale e turistica della cultura orologiaia in Veneto e Istria
Martedì mattina, 29 ottobre, nella sala consiliare di Castelfranco Veneto, l’assessore alla Cultura, Franco Pivotti, il direttore del Museo e Biblioteca, Matteo Melchiorre, con il saluto giunto dal vicesindaco, Gianfranco Giovine hanno presentato il progetto sulla valorizzazione dell’orologio della Torre civica, unico della Provincia (20 in tutto il Veneto) inserito in un ampio progetto a carattere veneto-istriano.
All’incontro erano presenti il responsabile di gestione del progetto, Franco Rota ed il curatore scientifico, Alceo Solari. Il progetto, formalmente avviato dal 1° settembre, vede quale capofila la Comunità degli Italiani di Parenzo e, quali partner co-finanziatori, il Comune di Castelfranco Veneto, la Città di Parenzo e la Comunità degli Italiani di Umago. Aderisce inoltre quale partner il Comune di Badia Calavena. Lo spunto iniziale è emerso dai contatti tra il signor Alceo Solari (esperto ricercatore, appartenente all’ottava generazione della dinastia fondatrice della Fratelli Solari di Pesariis) e il dottor Denis Visintin, vice presidente della Comunità italiana di Parenzo, giornalista, studioso, profondo conoscitore della storia istriana nel quadro delle sue interrelazioni in ambito istro-veneto.
Le azioni della prima annualità del progetto riguarderanno:
- attività di ricerca storica, ricognizione e definizione delle fonti d’archivio, di reperti e testimonianze;
- elaborazione di un testo descrittivo generale (in lingua italiana) sull’evoluzione tecnica sviluppata dall’antica industria orologiaia nell’istro-veneto e sul carattere interregionale e transnazionale che sin dalle origini ne ha improntato l’attività;
- mappatura degli orologi da torre, prodotti artigianalmente e installati nel corso del tempo nell’area istro-veneta, dalmata e montenegrina;
- focus sulle apparecchiature tuttora funzionanti, su aspetti costruttivi, estetici e manutentivi; descrizione degli orologi più antichi e di particolare pregio;
- verifica e catalogazione del relativo stato (impianto funzionante e ammodernato, impianto da restaurare, impianto custodito in deposito, impianto irreperibile);
- impostazione del data-base, definizione del format di scheda descrittiva (sintetica e dettagliata); selezione e armonizzazione di dati didascalici e iconografici;
- organizzazione di un Workshop interregionale, a Parenzo, preceduto da eventi pubblici locali di sensibilizzazione e seguito da altri eventi tematici nelle località interessate; predisposizione di segnaletica a scopo culturale e turistico, da collocare in corrispondenza dei manufatti (campanili, edifici di culto, municipi);
- applicazione del format unificato in più lingue;
- applicazione dei codici QR per l’accesso al data-base di notizie storiche dettagliate e, infine, l’attivazione di un sito web dedicato, plurilingue, quale base per lo sviluppo di un itinerario turistico-culturale tematico transfrontaliero, ecosostenibile e accessibile, che colleghi le località dotate di antichi orologi da torre o di collezioni museali riconducibili a questo patrimonio culturale istro-veneto; coinvolgimento di tour operator;
- formazione di guide turistiche; azioni di comunicazione sui social network.
Nello scorso mese di settembre, a fronte del nuovo bando annuale ex LR. 15/94, la stessa cordata partenariale ha presentato alla Regione Veneto domanda di contributo per una seconda fase annuale del progetto, che dovrebbe consentire l’ultimazione delle ricerche, la pubblicazione
di un volume illustrativo in elegante veste editoriale, ulteriori azioni di comunicazione e attività di promozione del nuovo itinerario tematico.
Gli antichi orologi da torre sono elementi che formano parte integrante, caratterizzante delle facciate di stile veneto, e che inoltre sono spesso
abbinati al simbolico bassorilievo del Leone Marciano. Il disegno del quadrante o mostra dell’orologio è affidato all’architetto capace di una produzione artistica volta alla realizzazione di una comunicazione visiva che gode di una ottima visibilità nel contesto urbano.
La fabbricazione e l’installazione di questi orologi si deve in gran parte alla plurisecolare attività di maestri artigiani originari dell’alta Carnia: i Cappellari, i Machin, e soprattutto i Solari. La tradizione fu alimentata dall’iniziale osmosi di conoscenze tecniche, agli albori del 17° secolo, fra Pesariis, Venezia, il Tirolo e altre regioni alpine, poi sviluppatasi in maniera autonoma nei territori della Serenissima, al di qua e al di là dell’Adriatico, seguendo percorsi di continuo affinamento tecnico ma rispettando i canoni estetici fondamentali. Da una prima analisi degli archivi Solari, ditta artigiana fondata nel 1725, sono da attribuire ai maestri orologiai originari della Val Pesarina gli impianti installati in almeno 20 città del Veneto e oltre 400 fra l’Istria, la Dalmazia e il Montenegro, fino all’Albania e alla Grecia.
La Direzione del Museo cittadino, nell’ambito del Progetto, avvierà una serie di collaborazioni di carattere scientifico con ricerche storiche sull’orologio di Castelfranco Veneto e con l’elaborazione di contenuti che confluiranno nel sito web di prossima realizzazione. Da una prima ricerca, il posizionamento dell’orologio legato alla Torre civica risale approssimativamente al 1499, certo è il suo funzionamento nel 1522.
Costante e regolare l’attenzione della Comunità castellana all’orologio con cura ed adattamenti alle nuove esigenze. Nel 1526 a Giovanni Francesco da Padova viene commissionato il nuovo orologio che rimane in funzione per tutto il ‘500. Nei primi anni del XVII, il Trombetta, ne cura la ristrutturazione. Nel 1637, l’anno nero del crollo della parte superiore della Torre, l’orologio viene poi recuperato e riparato e nel 1751, Giacomo Pedrelli, genero ed allievo di Bartolomeo Ferracina, realizza il nuovo meccanismo manutenuto nel corso dei Decenni.
DICHIARAZIONI
Il vicesindaco Gianfranco Giovine commenta l’iniziativa con queste parole: «Siamo lusingati di partecipare a questo progetto che ci vede coinvolti con le principali piazze della Regione come Venezia, Padova, Belluno e Vicenza solo per citare le principali. Un progetto che ha una grande valenza turistica perché permette di mettere in evidenza il nostro orologio e permette oltremodo di tenerlo curato». L’assessore Franco Pivotti conclude: «Il progetto intende curare la valorizzazione storico, culturale e turistica della tradizione orologiaia istriana e veneta. Orologi molto diffusi nel territorio e Castelfranco ha aderito alla proposta ed è entrata a pieno diritto nel progetto con l’orologio della Torre. Siamo uno dei partner principali del progetto perché avvieremo degli studi specifici ed una serie di iniziative sia per avere un confronto con tutte le terre coinvolte ma anche e soprattutto in chiave turistica».